PD: la serata a Porto Vado del 22 novembre ‘23 – Proviamo a raccontarla.

PD: la serata a Porto Vado del 22 novembre ‘23

Proviamo a raccontarla.

 

Dopo la serata alla SMS di Porto Vado organizzata dal Circolo vadese PD lo scorso 23 novembre, molti cittadini ci hanno chiesto “com’era andata” e se avremmo fatto un resoconto. Abbiamo aspettato parecchio perché impegnati ad organizzare la manifestazione del 3 dicembre e soprattutto perché, sinceramente, ci è mancata la capacità di sintesi e descrizione di una serata scialba e triste, senza un guizzo di pensiero.

La prima uscita pubblica del PD dopo i fatti dell’estate, è stata agita con grande prudenza: sì percepiva, di là dal tavolo, la classica paura della prima, aggravata probabilmente dalla paura della contestazione.

I presenti erano per metà simpatizzanti o iscritti PD, e per un’altra metà persone che a vario titolo cercavano lì una qualche conferma alle posizioni del PD rispetto al tema rigassificatore, e anche più in generale sul futuro di Vado.

Tutti ne sono usciti delusi.

I temi all’odg, evidentemente messi lì solo per fingere un aperitivo sostanzioso al piatto del rigassificatore, non sono stati affrontati: si è detto del nuovo PRP ma nulla sul suo contenuto se non stucchevoli impegni a voler coniugare armonicamente industria, turismo e porto: perfetta continuità con la politica del decidere in totale autonomia rispetto ai cittadini.

Dopo mesi faticosi, ma in qualche modo anche rinvigorenti, di dibattiti e prese di posizione nette e coraggiose da parte di molti, ci siamo sentiti avvolti da un senso di deja vu’, di politica felpata, tra il populismo timido e la prima repubblica.

Gli interventi dei relatori sono stati di una banalità politica sconcertante.

Il sindaco Russo, approdato con fatica al campo del NO, ha ribadito la solita contrarietà all’impianto con le solite motivazioni ambientali e di sicurezza che lasciano intatto il problema della necessità o no dei rigassificatori, dell’hub del gas, delle strategie per uscire dal fossile. Un NO tale e quale quello dei primi giorni, espresso frettolosamente e senza convinzione, ci è parso per opportunità politica.

L’apice della serata è stato raggiunto da Arboscello quando, con un refolo di emozione, ha plaudito alla grande coalizione contro l’impianto, alla necessità di continuare nell’unità, pur nella diversità su altri temi.

Un volemose bene, un’unitarietà di intenti indirizzata esclusivamente a far sapere che il PD c’è, che è con la gente; qualche ardito giro di parole ben calibrato ha spiegato che il ritardo del suo NO è stato dovuto allo studio del progetto. Non molto convincente davvero…

Quasi impercettibile poi, il suo endorsement verso la candidatura di Gilardi a Sindaco di Vado: forse non intendeva esporsi troppo verso un cavallo non proprio di razza… Chissà.

Di Gilardi non vale la pena parlare: ad una precisa richiesta di una sua posizione rispetto alla documentata stasi occupazionale a Vado (dopo anni di fanfara sullo sviluppo glorioso dell’economia vadese) ha balbettato che non conosceva i dati e che li avrebbe senz’altro cercati. Sconsolante per uno che aspira ad amministrare il Comune!

Questi, in sintesi, i dati ufficiali di Regione Liguria: oggi il numero di occupati a Vado è pari a quello del 2018: nessun incremento.

Ciò dimostra due cose:

  1. La ripartenza dell’economia proclamata da Giuliano come derivante dal volano della piattaforma è una bufala. (la piattaforma è stata inaugurata nel 2019)
  2. I nuovi occupati sulla piattaforma hanno rimpiazzato i posti persi in altri settori (peraltro con numeri lontani anni luce dalle previsioni)

Certo se, come ha fatto il PD quella sera, ci si ricorda che nel 2014 si andava peggio per la chiusura della centrale, il pareggio può essere venduto come una conquista: la più classica delle vittorie di Pirro.

Questa sorta di lapsus è forse la cosa più vera che abbiamo sentito il 22 novembre a Porto Vado. Gli oratori “neo-ambientalisti” sembravano piuttosto rimpiangere i bei tempi andati in cui Burlando e Soci garantivano impunità agli inquinatori e progettavano colate di cemento in ogni dove (con particolare accanimento sul ponente genovese dove trovavano in Scajola senior e Soci una sponda perfetta con cui dialogare (la famosa “opposizione costruttiva”… in senso letterale!)

CONCLUSIONE

Il PD locale (in  linea con  Confindustria e  Camera di Commercio savonese) non critica la politica energetica nazionale; semplicemente  contesta lo spostamento a Vado, nello spirito del miglior nimbysmo.

E finché si resta sul questo piano si lascia la porta aperta all’accettazione del progetto di fronte a qualche modifica; sicchè il volemose bene di Arboscello deve essere realisticamente coniugato con la consapevolezza che qualcuno scenderà ad una prossima fermata.

COMUNICATO SULLA “CAMMINATA SCANZONATA” CONTRO IL RIGASSIFICATORE

Comunicato di Vivere Vado e Anemos, promotori della iniziativa

“CAMMINATA SCANZONATA” CONTRO IL RIGASSIFICATORE.

Una tipica giornata dell’inverno ligure: gran freddo, gran vento, bel sole. Ringraziamo i temerari che hanno affrontato il meteo dando l’ennesimo segnale di voler contare sul futuro del nostro territorio.

Oltre a mantenere desta l’opinione pubblica sulla contrarietà al progetto.

Con l’iniziativa odierna abbiamo voluto sottolineare la nostra posizione di contrasto ad un piano energetico centrato su gas e rigassificatori, non solo per evitare impatti negativi nel “nostro cortile” ma per denunciare un’idea di sviluppo che passa sopra vite e territori senza alcun riguardo. Altri oppositori magari sono caratterizzati da “sindrome nimby” e alla prima variazione del progetto si faranno convincere.

Due striscioni hanno voluto veicolare questa posizione: GOLAR NÉ QUI NÉ ALTROVE e NO FOSSILI NO RIGASSIFICATORI, AL PLURALE.

Una posizione che i promotori hanno tenuto fin dall’inizio della vertenza, ma che oggi hanno ritenuto utile sottolineare.

Hanno anche sottolineato che il titolo “Camminata scanzonata”, intendeva dare una connotazione ironica e allegra all’appuntamento, da non confondersi con l’espressione “spensierata’: i pensieri e le preoccupazioni sul territorio sono infatti ancora tanti, e fondati: oggi abbiamo voluto affrontarli con gli strumenti dell’ironia e della dissacrazione.

A questo sono servite la ” rivisitazione” di alcune strofe della popolare canzone dei Trilli: “Oilidin Oilidin Oilidena, che hanno preso in giro i nostri governanti; a questo sono servite le cerimonie di re-intitolazione delle strade percorse: via Tecnomasio è diventata via SNAM, via Leopardi è stata rinominata via gasdotto, via Cesare Briano è stata rinominata via Toti e Giuliano, via Fiume è diventata via fiumi di gas.

Per chi non era presente e voglia sorridere, nei link sopra trovate il testo delle motivazioni e dei canti.

Nella seconda parte della mattinata ci ha fatto particolarmente piacere aver avuto il tempo di aprire il microfono a tutti coloro che sono voluti intervenire; l’innalzamento della temperatura ha favorito questo scambio di idee, utile al   potenziamento dei legami di comunità.

Grazie infine al sindaco Isetta, che ha camminato con noi fino al parco di San Pietro.

Il nostro auspicio forte è che, insieme ai suoi colleghi sindaci, tenga duro, non indietreggi, e confermi senza se e senza ma il no all’impianto: né qui né altrove.

Alla prossima!  Ad maiora!

                                                                                              Domenica 3 dicembre 2023

 

 

NEL COMUNICATO SOPRA TROVATE ANCHE I LINK AI VARI TESTI UTILIZZATI DURANTE LA MANIFESTAZIONE

LEGGI i servizi su SavonaNews e IVG.IT –  per il racconto e le immagini della manifestazione

anche il TG3 parla dell’iniziativa (da 2’30”) – l’articolo su IL SECOLOXIX 

 

NOTIZIE DALLA DISCARICA DI BOSSARINO

Contro la voracità diffusa e il disprezzo delle regole, cittadini e istituzioni devono tenere costantemente gli occhi aperti.

Segnaliamo una recente notizia sulla discarica di Bossarino e le sanzioni erogate dalla Provincia di SV su segnalazioni di ARPAL passata forse un po’ sotto silenzio

qui il PDF dello stesso articolo

IL SINDACO GIULIANO E LA SUA GIUNTA ERANO O NO A CONOSCENZADEL PROGETTO RIGASSIFICATORE?

Continua ad imporsi, per la sua attualità, la seguente domanda:

IL SINDACO GIULIANO E LA SUA GIUNTA ERANO O NO A CONOSCENZA DEL PROGETTO RIGASSIFICATORE (prima che la notizia divenisse di dominio pubblico)?

 L’evidenza dei fatti e la logica più elementare dicono di sì perché…

 

  1. PERCHÉ TOTI NON È UNO STUPIDO SPROVVEDUTO

Sicuramente il Presidente non avrebbe comunicato al Governo la disponibilità ad accogliere il rigassificatore a Vado se prima non si fosse accertato del consenso del Sindaco. Che figura avrebbe fatto se, dopo aver avviato le pratiche esecutive,  la risposta dell’Amministrazione fosse stata un no?

La sua carriera governativa sarebbe stata compromessa!

Quindi la scelta del sito di Vado, prima che tecnica, è stata politica.

 

  1. PERCHÉ GIULIANO È AVIDA DI POTERE

Il Sindaco di Vado si è ripetutamente e ostentatamente dichiarata Pimby: “Per favore venite nel mio giardino“. Di conseguenza ha detto sì alla piattaforma interrata, sì all’ampliamento delle discariche, sì alla chiusura di via Sabazia,  sì al cantiere cassoni…

Tutte decisioni, lo abbiamo scritto in tempi non sospetti, finalizzate non allo sviluppo dell’economia ma all’interesse personale di  accreditarsi per scalare un posto di potere. In questa prospettiva deve essere letto il suo appoggio a Toti.

Dopo i primi anni di idillio, però, i rapporti tra i due si  erano raffreddati, tanto che Giuliano aveva dovuto sperare nella possibilità di un terzo mandato da Sindaco; con ciò distruggendo le aspettative del suo vice, che già stava esercitandosi con la fascia tricolore: nel Palazzo di Vado è cosa nota che, in quel periodo, in Giunta volavano gli stracci.

Per fortuna di Sindaco e vicesindaco, a sbloccare la situazione sono intervenuti i nuovi progetti: GNL, cantiere cassoni e soprattutto  rigassificatore: quest’ultimo sì, quale prova di fedeltà a Toti, ha permesso al nostro Sindaco di ottenere un posto appetibile in Regione allontanando lo spettro di tornare a lavorare come dipendente del Comune di Bergeggi; a Gilardi ha riaperto la porta alla poltrona.

Così i conti sono tornati per entrambi.

 

  1. PERCHÉ GILARDI È UN DISCEPOLO AMMAESTRATO DA GIULIANO.

L’ex vicesindaco il giorno seguente la notizia del progetto ha dichiarato: “Non è un no a priori, non è un sì condizionato, valuteremo il progetto“. E, dando un colpo al cerchio ed uno alla botte, ha sottolineato sia il fatto che si tratta di una questione nazionale, sia la necessità di valutare sicurezza, ambiente e ricadute economiche e occupazionali. (TG3 Liguria 19/7/2023)

Insomma si è tenuto sulle generali secondo il solito ”schema Giuliano”, che avrebbe poi visto il solito accordo per l’accettazione del progetto come grande opportunità  per lo sviluppo del territorio (salvo il successivo non rispetto dell’ accordo e il tentativo di recuperarlo attraverso l’accettazione di una nuova  servitù).

Questa volta però, a rompere lo schema e le uova nel paniere, è arrivata la protesta popolare. Così Gilardi si è eclissato  a meditare sul da farsi.

È ricomparso dopo due mesi, il 27 settembre, con la giustificazione che “era lontano dalla Liguria“, benché  in realtà avesse finito le ferie ad agosto.

La sua posizione, nel frattempo, era diventata netta: “Così a scatola chiusa la nostra posizione non può che essere contraria“. Ma quale scatola chiusa! A quella data il progetto era stranoto e addirittura era già scaduto il termine per la presentazione delle osservazioni.

Quindi il suo riposizionarsi è un patetico quanto maldestro tentativo

di riconquistare uno spazio politico.

Altrettanto censurabile, per chi conosce il suo operato (o meglio il suo non operato) l’affermazione: “Vogliamo garanzie che il nuovo Piano Regolatore Portuale abbia l’indirizzo primario della sostenibilità e del miglioramento ambientale garantendo non solo le attività ma anche i cittadini“.

Negli ultimi nove anni Giuliano, Gilardi & C. hanno  garantito solo se stessi e mai i cittadini: nello specifico, informiamo che sul nuovo Piano Regolatore Portuale non hanno mosso un dito a difesa degli accordi e della comunità: anche le osservazioni presentate da Vivere Vado sono state ignorate.

 

Se il PD intende rifarsi una verginità a Vado

non può pretendere di farlo con la candidatura di Fabio Gilardi,

che è tutto tranne che vergine e innocente:

come continuatore delle politiche di Giuliano sarebbe un pessimo Sindaco.

Ciò vale anche per tutti quelli che si sono compromessi con l’ancien régime,

e che stanno cercando di rifarsi una verginità.

Su di loro per ora stendiamo un velo pietoso.

 

UNA RICOSTRUZIONE ALTERNATIVA

Qualcuno sui social ha pubblicato una “ricostruzione verosimile” di quanto sarebbe accaduto, spiegando che Giuliano  avrebbe presentato alla Giunta il pacchetto rigassificatore già confezionato, e chiesto ai colleghi una semplice presa d’atto.

L’ipotesi non è credibile perché per nove anni la maggioranza ha mostrato coesione senza alcun sussurro di dissenso, sempre allineata sul silenzio-assenso. Siamo convinti che anche questa volta l’intenzione era di fare tutto “aumma aumma”, e tutti felici e contenti: una perché diventata Commissario ai rifiuti, l’altro perché sicuro di poter diventare Sindaco.

E tutti sicuri che anche questa volta i vadesi avrebbero taciuto

e alle prossime elezioni si sarebbero affidati ancora agli stessi nomi.

 

Vado Ligure, 12 ottobre 2023

 

Vado ritrova dignità grazie al Commissario!

Vado ritrova dignità grazie al Commissario!
Dopo 9 anni di amministrazione Giuliano, durante i quali le osservazioni del Comune di Vado si sono limitate, al massimo, a chiedere compensazioni in denaro,
un plauso al Commissario prefettizio che ha ricordato la responsabilità del sindaco in tema di salute collettiva.