Sempre interessante leggere la vita del porto dietro la facciata.
Grazie a chi ce lo permette!
👉 Link: https://www.facebook.com/riccardodeglinnocentigenova/posts/777475391252889
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Si è svolto, presso la sede di via Sabazia, il primo dei quattro incontri pubblici che abbiamo programmato per affrontare, con l’aiuto di esperti, alcuni nodi della vita vadese.
Sabato scorso il professor Riccardo Degl’Innocenti ha parlato della relazione porto-città, mettendo a confronto in particolare le due realtà portuali simili di Vado e di Pra; ha affrontato il tema del mercato dei container sia a livello globale che locale; ha suggerito l’esigenza di un confronto più serrato con Autorità di Sistema Portuale per rivendicare maggiore protagonismo del nostro bacino.
Sabato prossimo secondo incontro, sul tema della nuova viabilità vadese: stessa sede, stesso orario, ma tempo contingentato: ci impegniamo a terminare alle 19!
#nuovasede Vivere Vado Comune Di Vado Ligure #lavoro #portualità
Il Ministero dell’Ambiente (?) e della Sicurezza Energetica (!!??) pensa a come mettere il bavaglio ai cittadini.
LEGGI QUI ARTICOLO SULLE IPOTESI DI “LEGGE BAVAGLIO” ALLO STUDIO
Noi di Vivere Vado, basandoci sulle nostre esperienze, ci poniamo una domanda: davvero si tratta di localismo VS sviluppo (magari anche etichettato come “green”) o c’è dell’altro?
L’idea che l’opposizione in sede locale ad una qualsiasi “grande opera” o infrastruttura di livello nazionale possa essere solo di retroguardia è sempre più radicata nella “narrazione mainstream” (e -purtroppo – spesso anche nelle aule giudiziarie): l’acronimo anglosassone NIMBY (not in my backyard – non nel mio giardinetto) è diventato il marchio d’infamia col quale marginalizzare e svalutare chiunque tenti di fare una riflessione che non dia per scontata la bontà di tali mega interventi.
Purtroppo la zona di Vado Ligure ha sperimentato più volte in pochi decenni l’efficacia di questa semplice ma efficacissima tecnica di demolizione delle voci discordanti: è accaduto per chi si ha sollevato il tema dell’impatto ambientale della centrale termo-elettrica a carbone, per chi ha provato a impedire il tombamento della rada di Vado per mano dell’Autorità Portuale di Savona e dell’alleanza Maersk-Fincosit; oggi sta accadendo per chi manifesta la sua totale contrarietà all’accettazione del rigassificatore.
Noi siamo convinti che la tutela egoistica del “proprio giardino” abbia poco a che fare con le battaglie ambientaliste di questo territorio, come di quelle di molte altre parti d’Italia: chi veramente non vuole disturbatori nel suo giardino è chi coltiva il potere fine a se stesso o comunque per carriere personalissime, come le cronache spesso confermano.
Al contrario siamo dell’idea che, proprio dal rapporto conflittuale e di confronto aperto sui dati e sugli obiettivi che una collettività si può porre, possono nascere visioni globalmente valide di sviluppo davvero sostenibile.
La partecipazione popolare alle decisioni strategiche è l’unico antidoto alla bulimia del potere: politico ed economico/finanziario.
P.S.
… anche a Vado c’è chi – dal basso della sua posizione prona a decisioni prese sempre altrove – cerca di colpevolizzare chi non si adegua alla ottusa visione del “fare per il fare” senza mai rendere conto e valutare seriamente vantaggi e svantaggi complessivi, rimasticando lezioncine apprese da cattivi maestri/e.
SE QUALCUNO AVESSE DIMENTICATO … IL DEPOSITO GNL A BERGEGGI-PORTO VADO
Nel pieno della mobilitazione contro il progetto di rigassificatore si era sbloccato anche quello – antecedente – di realizzazione di un deposito costiero “small scale” di GNL nella zona portuale di Bergeggi/Porto Vado.
Conseguentemente nelle settimane di fine estate/inizio autunno del 2023 Vivere Vado aveva operato la consueta opera di costante informazione e di denuncia dei rischi e delle – a nostro giudizio – deficienze progettuali nell’ambito dei percorsi di partecipazione previsti (presentazione delle osservazioni).
Del resto già a fine 2022 VIVERE VADO aveva iniziato a parlare di questo progetto
https://www.viverevado.it/category/notizie/deposito_costiero_gnl/
Si era proseguito portando – come Gruppo Memoria e Futuro – il tema nel Consiglio Comunale di Vado Ligure a marzo ’23
https://www.viverevado.it/category/notizie/consiglio-comunale-14mar23/
Infine a ottobre ’23 VV ha presentato formalmente e diffuso le osservazioni al progetto medesimo
https://www.viverevado.it/category/notizie/osservazioni-depositognl/
Oggi qualcuno “scopre” che il deposito è arrivato alla fine dell’iter autorizzativo con la Conferenza dei servizi; sappiamo bene che non è facile tenere desta l’attenzione su tutti i fronti ma dobbiamo considerare che chi vuole “spremere” il territorio ai soli fini del proprio vantaggio non riposa e non si distrae.
Riprendiamo quindi la lotta anche su questo versante sperando che il fronte NO-Rigassificatore non si disperda in troppi distinguo.
Rino CANAVESE – le verità pettinate del “Santo Savonese”
Come annunciato, ecco un breve report delle balle raccontate negli anni da Canavese sul tema dell’occupazione derivante dalla piattaforma.
“I vadesi non hanno figli? Quest’opera darà lavoro a due generazioni. Non capisco chi dice no“.
“Le prospettive occupazionali sono di mille posti di lavoro reali, nonostante quello che viene proditoriamente riferito dagli oppositori alla pubblica opinione“.
“Sono in ballo 1000 posti di lavoro a prescindere da chi sarà il concessionario del terminal”.
“Quella diretta è di 6-700 posti, altrettanto per l’indotto. E parliamo di posti di lavoro medio-alto”.
“Maersk ha dichiarato che le sue stime sull’occupazione sono sbagliate per difetto e ritiene, per com’è l’andamento del mercato, che possono esserci numeri superiori a quelli contrattuali. Se Maersk non rispetta quei numeri perde la concessione”.
Peccato dover fare atto di fede, perché il contratto non è mai stato reso pubblico nonostante i solleciti.
(Nero su bianco, l’Accordo del 2008 prevedeva:
L’aggiornamento dell’Accordo del 2018, firmato da Giuliano, cancella 61 diretti in fase di avvio e tutti gli indiretti.)
Nella realtà dei fatti, all’avvio dell’attività della piattaforma risultavano in totale 138 addetti tra lavoratori a tempo determinato, indeterminato, in apprendistato, in tirocinio.
Altre balle Canavese ha raccontato sul finanziamento dell’opera: prima la sicurezza dell’extragettito, poi la “rilevante quota di capitali propri da parte di Maersk”, poi il finanziamento delle banche: “si è chiusa la fase contrattuale con le banche. Gli Istituti bancari hanno messo sotto la lente d’ingrandimento tutto quello che riguarda i volumi di traffico, occupazione, i rendimenti e hanno deciso che sono numeri veri”. Nel dare la notizia la stampa pubblica anche i nomi delle banche interessate, il cui ingresso nel progetto “è stato ufficializzato e votato durante il Comitato Portuale di ieri“.
Alla fine dei giochi nessuna banca riterrà affidabile il progetto, che sarà interamente finanziato con soldi pubblici.
In tale piglio sfrontato, Canavese è stato fiancheggiato da altri egregi nomi del territorio; tra i tanti, troppi, citiamo Alessandro Berta che, proprio sul finanziamento piattaforma, aveva toccato un’eccelsa vetta di comicità:
“Se i finanziamenti pubblici non saranno sufficienti, interverrà direttamente il Gruppo Maersk”.
Recentemente l’immarcescibile direttore di Confindustria Savona, ha preso posizione sul rigassificatore: “Certo le ricadute sono importanti, ma pensare di fare a meno di un rigassificatore mi sembra una follia. È sensato che serva e che abbia senso metterlo in Liguria, specificamente a Vado dove abbiamo gli energetici...”.
La dichiarazione non ci meraviglia affatto: Berta si conferma un yes man inginocchiato ai suoi padroni, con avversaria la collettività.
“Ci sono gli uomini, i mezz’uomini, gli ominicchi, i piglianculo, i quaraquaquà”: così faceva dire Leonardo Sciascia al protagonista di un suo romanzo.
Ciascuno scelga la categoria in cui collocare le persone che abbiamo citato.
P.S. Le citazioni sono tutte documentate nel nostro libro sui vent’anni di genesi della piattaforma Maersk (www.facebook.com/viverevado/)
P.S. Risulta quindi infondata l’affermazione comparsa nell’articolo del 19 gen 24 de La Stampa e Il Secolo XIX, che informa della posizione dell’Unione Industriali, contraria al rigassificatore.
CANAVESE SANTO SUBITO!
(a proposito dell’intervista dell’8 gennaio su Il Secolo xix)
Non sappiamo con quali azioni Canavese avrebbe voluto difendere Savona da Genova; sappiamo certamente che fino a che l’Autorità Portuale di Savona è stata in mano sua, Vado Ligure ha pagato un prezzo altissimo, le cui conseguenze sono tangibili oggi e lo saranno purtroppo per decenni a venire.
Molti, a Vado e non solo a Vado (compreso chi scrive), auspicavano l’accorpamento (quello che Canavese chiama “annessione”), proprio nella speranza di evitare la prosecuzione della gestione spregiudicata tipo Canavese, il cui primo obiettivo è sempre stato quello di avere piena libertà di manovra per interessi propri.
Un esempio esemplare di uomo che pare solo al comando, e invece obbedisce ad altri più potenti.
Per questo motivo avevamo contestato la scelta del sindaco Caprioglio, confermata dal sindaco Russo, di designare proprio Canavese quale rappresentante del porto di Savona-Vado nel Comitato di gestione dell’Autorità di Sistema Portuale: non ci avrebbe difeso.
A conferma della nostra ragione, c’è il passaggio dell’intervista sul rigassificatore: il rappresentante di Savona-Vado-Bergeggi-Albissola si permette di parlare a titolo personale.
Che cosa ne pensa Russo?
Batta un colpo e ricordi a Canavese il suo ruolo; o meglio, lo sostituisca.
Spiace constatare che anche il giornalista non ha saputo/voluto sollevare questa evidente contraddizione.
Riguardo alla squallida accusa circa il pagamento dei ricorsi, si tranquillizzino i pochi lettori ancora così sprovveduti da poterci credere prezzolati: i ricorsi dei comitati sono stati pagati INTERAMENTE dalle donazioni dei cittadini: un fatto certo incomprensibile per Canavese perché lontano dalla sua cultura, caratterizzata dal fare tutto per tornaconto personale (o del fratello Paolo), e di farlo sempre con una volpe o due sotto l’ascella.
Su un punto siamo d’accordo con Canavese: mai fidarsi ciecamente degli studi, anche autorevoli. A riprova citiamo solo due casi, tra i tanti, troppi, che hanno interessato Vado e che sono ben chiari nella memoria:
– i tecnici di APM avevano certificato che l’interramento della piattaforma non avrebbe provocato alcun danno; la situazione della spiaggia vadese di levante oggi certifica altro .
– il RINA aveva validato i volumi di traffico che Maersk si impegnava a raggiungere CONFIDANDO NELLE DICHIARAZIONI della stessa Maersk (Sic!)
Oggi sull’occupazione Canavese dichiara che a Vado “i posti di lavoro ci sono”: anche questa è una affermazione che il giornalista prende come oro colato; ci sarebbe stata bene una domanda su quanti e quali posti di lavoro rispetto alle previsioni dello stesso Canavese.
Oggi non basta lo spazio di un articolo per elencare la sequenza di balle raccontate da Canavese sul tema occupazione; ci impegniamo a ricordarle a breve ai nostri lettori.
P.S
Per par condicio informiamo che altri egregi soggetti del territorio hanno fiancheggiato Canavese nelle sue imprese: ci occuperemo anche di loro.