LA NOSTRA STORIA
Nascita del Comitato Vado Vuole Vivere
E’ la sera del 4 gennaio 2001. Al Circolo di Porto Vado si svolge una pubblica assemblea per affrontare il problema Maersk: un progetto di terminal container nella nostra rada che Autorità Portuale, Sindacati ed altri Enti appoggiano e che il nostro Sindaco in prima persona da qualche mese sta ostacolando. Forte del suo programma sostenibile, ha già coinvolto nel no al progetto le realtà associative locali, ha minacciato un referendum e persino le dimissioni.
Ma quella sera, per la prima volta, il fronte del no appare meno saldo: coloro che siedono al tavolo della presidenza tentano (teleguidati, a parere di molti) di attrarre la platea sui vantaggi del progetto, e lo fanno con modi così grossolani e imperiosi, che un gruppo dei presenti contesta con forza e si allontana per protesta.
Estemporaneamente, dal capannello di fuoriusciti che si forma sulla soglia, nasce un appuntamento per il giorno seguente allo scopo di affrontare autonomamente la questione. Il Centro Nautico offre la disponibilità di un tetto.
È questo il primo gruppo di cittadini, appartenenti ai diversi quartieri, che danno vita in breve tempo a ben sei Comitati spontanei contro il progetto: ed è anche il primo nucleo di quello che sarà, qualche mese più tardi, il Comitato unitario Vado Vuole Vivere, sempre in appoggio al no ancora ufficiale del Sindaco Peluffo.
La sera del 4 sembra derubricata a: “incomprensioni”.
Ma il sospetto di manovre in senso contrario del primo cittadino non si spegne; anzi è alimentato da sue nuove tergiversazioni e opacità.
Fino ad una svolta clamorosa dell’agosto seguente: di fronte a una “nuova” piattaforma, questa volta proposta non da Maersk (!!) ma dalla stessa Autorità Portuale, il Sindaco dichiara la propria posizione possibilista: “non si può dire sempre no”.
Il voltafaccia grossolano, peraltro non meglio motivato, provoca l’avvio di uno scontro aperto e senza esclusione di colpi, che non finirà mai.
Prende il via un periodo di intensa attività del Comitato: volantini, assemblee, raccolta di fondi, manifestazioni a favore di una partecipazione più ampia e non formale, di un’informazione trasparente ed esauriente che denunci i comportamenti degli Amministratori, che hanno utilizzato la delega ricevuta per perseguire interessi altri rispetto a quelli della comunità: in primis il diritto alla salute e a una migliore qualità di vita.
Da parte loro la macchina del Comune e quella dei Partiti mettono in atto ogni mezzo per delegittimarci e farci tacere.
Siamo stati chiamati fascisti e squadristi, ci hanno considerati di volta in volta strumento di contrapposti partiti politici non potendo accettare il fatto, inedito nella storia di Vado, che cittadini elettori avessero l’ardire di esprimere un qualche dissenso dalla linea decisa dal vertice. (DS e PPI avevano raggiunto insieme, nelle ultime Amministrative, oltre l’80% dei consensi).
Siamo sopravvissuti a tali attacchi per tre anni, ma le nostre iniziative, compresa la raccolta di 2000 firme in pochi giorni e la richiesta di referendum (ovviamente respinta) a nulla valgono: il 4 aprile 2002 il Consiglio Comunale vota compatto il Piano Regolatore Portuale che contiene il progetto piattaforma, reso “sostenibile” da un’Intesa tra Autorità Portuale, Provincia e Comune.
Per la prima volta dopo decenni, l’aula Consiliare è gremita: nessuna delle dure contestazioni risulterà a verbale.
Dopo il grande passo l’obiettivo della Giunta è convincere i cittadini della bontà dell’opera. Ci metteranno anni di latitanze, silenzi, menzogne, inganni: sino ad oggi.
L’anno seguente è già in gran parte dedicato alle grandi manovre per la campagna elettorale.
Il Vice Presidente della Provincia Carlo Giacobbe è designato dal Partito a fare il Sindaco di Vado, con l’incarico prioritario di far digerire l’opera e condurre a termine il danno.
Insieme a Caviglia, candidato vice-sindaco, anzi co-sindaco (“Insieme per Vado con l’Ulivo”) tenta di tenerci buoni chiedendo un nostro contributo al programma, invito immediatamente respinto.
Nascita della lista civica Vivere Vado
È difficile però, da parte del Comitato, restare fuori dalla campagna elettorale ed ineludibile interrogarci sull’opportunità di diventare noi stessi soggetto politico.
Si decide perciò un congelamento dell’attività fino alle elezioni, previste per giugno. Una parte dei membri del Comitato promuove la nascita della lista civica Vivere Vado, nel cui nome sta il riconoscimento della filiazione dal Comitato Vado Vuole Vivere.
Franca Guelfi, da sempre portavoce del Comitato, è designata candidato Sindaco con un programma rappresentato da poche parole chiave: piattaforma, Centrale, salute, decoro urbano; ma senza uso di slogan. Solo informazioni dettagliate, ragionamenti e argomentazioni; nessuna soluzione semplice e schematica a problemi complessi come quelli del nostro territorio.
Con il seggio ottenuto in Consiglio Comunale, nel mandato 2004-2009 Vivere Vado (registratosi come Movimento politico) non smette di diffondere informazione, di denunciare il deficit di partecipazione, le preoccupazioni sulla salute, il sopravanzare del cemento in mare e in terra, l’incuria diffusa ovunque. Soprattutto continua, ancora in solitaria, a mantenere ferma e motivata l’opposizione alla piattaforma.
Da parte sua Giacobbe fatica a convincere con le sue belle vedute notturne dell’opera, il cui progetto subisce continue modifiche, tutte “ulteriormente migliorative”. La situazione è in stallo: due muri contrapposti, ma è scontato di chi sarà la vittoria.
La bilancia sembra però pendere dalla nostra parte nel 2007, quando Vivere Vado trova un alleato nel Gruppo Firme che abbandona Giunta e maggioranza proprio sul progetto piattaforma perché non offre sufficienti garanzie alla città: in Consiglio Comunale il fronte del no si allarga. Sembra scontata la caduta di Giacobbe, ma il Consigliere Bovero si affretta a fargli da stampella, passando dall’opposizione in maggioranza e in Giunta.
Nel gennaio 2008 con il Gruppo Firme vinciamo alla grande, contro ogni aspettativa della maggioranza, la consultazione dei cittadini sull’Accordo di Programma, che viene bocciato perché considerato inadeguato a garantire il futuro di Vado.
Sette mesi più tardi – 28 luglio 2008 – quello stesso Accordo, con un leggero maquillage, sarà portato in Consiglio Comunale con un colpo di mano del Sindaco. E passerà.
Nascita della lista civica Vado Viva con Caviglia
Unica prospettiva è rappresentata dalle elezioni: l’anno seguente la lista civica Vado Viva con Caviglia, nata dalla coalizione delle due forze, si candida al governo della città, sostenuta dal nuovo Comitato: Amare Vado.
“Saremo amministratori con piena libertà di azione rispetto alle lobbies economiche e alle segreterie dei partiti e dipendenti solo dalla volontà dei cittadini: saremo i primi alleati degli imprenditori che vorranno lavorare a Vado nel pieno rispetto delle Istituzioni, della salute dei cittadini, del territorio; saremo inflessibili con chi continuerà a pretendere di risolvere i problemi sovra locali aggravando i nostri.
Perché per noi al primo posto ci sarà sempre l’impegno a difendere Vado da chi, in questi anni, ha ritenuto di poterne disporre a proprio uso e consumo.”
Così Franca Guelfi scriveva agli elettori durante la campagna elettorale del 2009. Le elezioni vengono vinte: un “caso” che arriva sulle pagine nazionali, la prospettiva di nuovo corso per Vado.
Vivere Vado ha lavorato con impegno dentro l’Amministrazione (fino alle dimissioni di Franca del 2012) perché la vecchia politica lasciasse il posto a un rapporto più partecipato tra Amministratori e cittadini.
Periodo fattivo ma breve: ben presto tutto si ferma: le enormi difficoltà provocate dal caso Drocchi e la dilagante crisi economica, l’opposizione che il PD e i suoi alleati hanno fatto dietro le quinte per bloccare ogni nostra iniziativa, aggiunti all’impegno già gravoso su piattaforma e Centrale e soprattutto le diverse storie alle spalle, tolgono spazio alla relazione con la gente.
L’alleanza Gruppo Firme–Vivere Vado, esperienza deludente per i tanti cittadini che ci avevano creduto, si chiude col pentimento di entrambi: di Caviglia che di nuovo cambia idea rispetto alla nostra (farà campagna in prima linea per il PD alle elezioni del 2014); di Vivere Vado che non ha cambiato idea e, a testa alta, continua a sostenere le sue posizioni di sempre.
Mandato 2014-2019
Alle elezioni del 2014 ci presentiamo da soli, con le nostre ferite e i nostri errori, ma di nuovo con il nostro simbolo e le nostre istanze, unici a contestare ancora la piattaforma portuale e la mala gestione del territorio.
Siamo convinti che l’ampia vittoria del PD non significa che i cittadini vadesi abbiano cambiato idea sul futuro sviluppo della città; altri sono stati i motivi alla base della loro scelta, in primis la fame di occupazione che ha spinto verso chi ha garantito l’impossibile, rimettendo la piattaforma al centro dell’azione di governo come soluzione di ogni problema del territorio.
Il candidato Sindaco Francesco De Merra e il candidato vicesindaco Roberto Cuneo, eletti in Consiglio comunale, rappresenteranno le nostre istanze fondative: salute e ambiente.
Sono stati cinque anni di serio impegno perché, insieme all’accelerazione sulla piattaforma, era fermo quanto previsto a compensazione: nullo l’indotto di lavoro per le aziende vadesi, gravemente decimati i nuovi posti di lavoro, porticciolo turistico e cantieristica di là da venire.
Sin dal Consiglio di insediamento i nostri consiglieri invitano la maggioranza a mantenere aperti i ricorsi come strumenti negoziali, per dare forza alle legittime rivendicazioni contenute nel programma elettorale.
Invece, come primo tempestivo segnale del nuovo corso, la Giunta ritira il ricorso sui dragaggi pendente al Consiglio di Stato: proprio l’unico che non metteva in discussione se realizzare o no la piattaforma, ma come farlo evitando il rischio di compromettere l’utilizzo non portuale della rada.
In altre parole applicando il principio di precauzione cui si appellano sia il responsabile dell’Ufficio Ambiente comunale sia il Segretario, esprimendo parere contrario al ritiro del ricorso.
L’affermazione del Sindaco, secondo cui il ritiro avrebbe permesso di ottenere in cambio maggiori garanzie a tutela dell’ambiente, risulta falsa; i cosiddetti maggiori controlli non comprendono neppure una delle verifiche disposte dal Consiglio di Stato.
L’Amministratore delegato di ATM si rallegra pubblicamente di poter avviare con la nuova Amministrazione un migliore rapporto rispetto al passato: un grazie di sollievo che lo libera dalla spada di Damocle di una verifica che, siamo convinti, avrebbe messo a rischio la continuazione dei lavori.
Nel corso del mandato si dà il via libera all’ultima variante che completa l’interramento della piattaforma: le tante voci di esperti locali che durante l’inchiesta pubblica mettono in guardia sulle nefaste conseguenze di quella decisione non vengono ascoltate.
Salvo poi rivelarsi corrette quando, al posizionamento dei cassoni in testata, la prima mareggiata erode la spiaggia di levante mettendo in pericolo la struttura della spiaggia libera attrezzata.
Ci vorranno anni di interventi in somma urgenza e una marea di soldi per fare fronte al fenomeno.
In questa fine anni ‘10 iniziamo la presentazione alla Procura di Savona, insieme ad altri soggetti del territorio, di una serie di denunce che per la piattaforma riguardano tre fatti:
- la prescrizione dell’impalcato risultata non vincolante: la costruzione fu trasformata in riempimento di terra con vantaggio per gli operatori del settore;
- la non ammissibilità di due varianti;
- la non considerazione della presenza della spiaggia balneabile di Porto Vado.
Tutte denunce cadute nel vuoto.
Il ritiro del ricorso sui dragaggi e la ri-costituzione in giudizio del Comune contro il ricorso presentato dal Comitato Amare Vado nel 2008 porta alla chiusura definitiva del Comitato stesso nel 2018: restiamo soli.
È dello stesso anno la firma dell’aggiornamento dell’Accordo di programma del 2008; benché presentato come un successo, risulta nettamente peggiorativo rispetto al precedente e non garantito, nonostante vi sia allegato un cronoprogramma ritenuto blindato dalla Giunta.
Si fanno passi avanti sul casello e sull’adeguamento della strada di scorrimento, ma il resto latita.
Nel corso del mandato, sia in Consiglio che tra i cittadini, avversiamo altresì due fatti salienti:
- la decisione della Giunta di non portare avanti il Piano Urbanistico Comunale: il territorio continuerà ad essere gestito con un PRG dotato anni ’90, pensato per una identità e uno scenario socio-economico del tutto diversi dall’attuale;
- il mancato controllo sulla gestione di Ecosavona, per cui il patrimonio del Comune è stato ridotto di 4 milioni di Euro, a riprova dell’incapacità della Giunta.
Si noti che per 5 anni ogni problema è stato addebitato alla cattiva gestione dell’Amministrazione Caviglia.
MANDATO 2019-2024
Vivere Vado, coerente con i principi di salvaguardia delle risorse umane e ambientali, presenta un programma che eviti a Vado il rischio dell’esclusiva funzione portuale e della conseguente monocoltura del container, puntando invece su un’economia che metta a frutto anche le altre potenzialità economiche del territorio. Non un elenco di interventi, ma un disegno completo a lungo termine per ricostruire l’identità di una città dissociata tra un terminal portuale ultramoderno e un PRG risalente agli anni ’90, tra la fama di un tessuto sociale attivo e solidale e la realtà di servizi alla persona di vecchia impostazione.
Su questa base cerchiamo alleanze elettorali e ci troviamo in sintonia con il Partito della Rifondazione Comunista; altre possibilità abortiscono perché motivate più a vincere che a tirarsi su le maniche.
La nuova lista Memoria e Futuro, candidato Sindaco Franca Guelfi per Vivere Vado e capolista Antonio Murru per PRC, conquista tre seggi; un seggio va alla lista di Pietro Bovero, che dall’opposizione continuerà ad appoggiare la maggioranza.
La vittoria è schiacciante per Monica Giuliano, che nel 2014 aveva vinto cavalcando la fame di lavoro e ora festeggia l’imminente sazietà.
Lo slogan “Vado è una Ferrari” risulta essere rappresentativo solo della piattaforma che, sotto l’Amministrazione Giuliano passata dal 20% al 90% di costruito, ritorna protagonista delle prime pagine come Vado Gateway: inaugurazione in pompa magna il 12 dicembre 2019. I primi anni di attività saranno molto al di sotto del livello promesso.
Il secondo mandato Giuliano lascia in piedi tutti i nostri motivi di critica alla sua amministrazione, che continua a caratterizzarsi per la soggezione a interessi esterni alla città: l’ampliamento delle due discariche, il tacito assenso al potenziamento della Tirreno Power, la mancanza di protagonismo nella stesura del prossimo Piano Regolatore Portuale e del PTR, la cessione a SAT delle quote detenute in EcoSavona che ha comportato una grave perdita di patrimonio e di reddito per il Comune, il progetto della scandalosa soppressione del passaggio a livello di via Sabazia che taglierà in due la città, la modifica dello Statuto comunale con i soli voti della maggioranza.
Si aggiunga la gestione personalistica e antidemocratica della cosa pubblica, con poco pane e molti circenses. E anche il disinvolto cambio di casacca con l’appoggio a Toti; o meglio, il sovrapporsi di più casacche visto che il PD abbozza in silenzio.
Il miracolo della “rinascita vadese“, sempre proclamato senza alcun dato a supporto, si riduce alla nuova via 25 aprile, al progetto del palazzetto dello sport e, finanziati dal PNRR, alla nuova scuola media e dal nuovo asilo nido. Dell’Accordo 2018 continuerà ad essere ottenuto poco o nulla.
La vergognosa storia dei dieci anni di gestazione della piattaforma portuale e le acrobazie messe in atto per realizzarla contro l’espresso eclatante parere della cittadinanza vadese, saranno dettagliatamente documentati nelle 175 pagine del libro “C’era una volta il mare”.
Vivere Vado presenta pubblicamente la sua fatica più importante degli ultimi anni il 16 dicembre 2021.
Il mandato finirà con le dimissioni del Sindaco nell’agosto 2023: svenduto tutto ciò che era svendibile del territorio comunale, detti tutti sì possibili per acquisire crediti pro domo sua, Monica Giuliano lascia la carica di primo cittadino per indossare quella di commissario all’Agenzia Regionale per i Rifiuti.
I suoi due ultimi sì sono quello al cantiere cassoni con un protocollo d’intesa raffazzonato in quattro e quattr’otto, e quello al rigassificatore, che il suo vice tenterà senza pudore di negare.
Nel periodo che va dall’agosto 2023 alla primavera 2024 Vivere Vado è impegnata costantemente in prima linea sul fronte del no al rigassificatore e al deposito GNL di Bergeggi.
La sua forza e la sua visibilità si potenziano in vista delle elezioni, ma risultano essere ancora in maggioranza i cittadini vadesi che ancora identificano il PD come una forza di sinistra da appoggiare.
Vincerà il candidato Sindaco Fabio Gilardi, per nove anni muto esecutore e sottoscrittore delle malefatte del Sindaco Giuliano.
Vivere Vado, che ripresenta Franca Guelfi come candidato Sindaco, passa dal 19,04% del 2019 al 41,62% di consensi, conquistando quattro seggi.
L’insoddisfazione è profonda, ma non si molla: nella stessa estate si apre la prima a sede stabile del Movimento, in pieno centro cittadino.
Vado Ligure, dicembre 2024
