IL SINDACO GIULIANO E LA SUA GIUNTA ERANO O NO A CONOSCENZADEL PROGETTO RIGASSIFICATORE?

Continua ad imporsi, per la sua attualità, la seguente domanda:

IL SINDACO GIULIANO E LA SUA GIUNTA ERANO O NO A CONOSCENZA DEL PROGETTO RIGASSIFICATORE (prima che la notizia divenisse di dominio pubblico)?

 L’evidenza dei fatti e la logica più elementare dicono di sì perché…

 

  1. PERCHÉ TOTI NON È UNO STUPIDO SPROVVEDUTO

Sicuramente il Presidente non avrebbe comunicato al Governo la disponibilità ad accogliere il rigassificatore a Vado se prima non si fosse accertato del consenso del Sindaco. Che figura avrebbe fatto se, dopo aver avviato le pratiche esecutive,  la risposta dell’Amministrazione fosse stata un no?

La sua carriera governativa sarebbe stata compromessa!

Quindi la scelta del sito di Vado, prima che tecnica, è stata politica.

 

  1. PERCHÉ GIULIANO È AVIDA DI POTERE

Il Sindaco di Vado si è ripetutamente e ostentatamente dichiarata Pimby: “Per favore venite nel mio giardino“. Di conseguenza ha detto sì alla piattaforma interrata, sì all’ampliamento delle discariche, sì alla chiusura di via Sabazia,  sì al cantiere cassoni…

Tutte decisioni, lo abbiamo scritto in tempi non sospetti, finalizzate non allo sviluppo dell’economia ma all’interesse personale di  accreditarsi per scalare un posto di potere. In questa prospettiva deve essere letto il suo appoggio a Toti.

Dopo i primi anni di idillio, però, i rapporti tra i due si  erano raffreddati, tanto che Giuliano aveva dovuto sperare nella possibilità di un terzo mandato da Sindaco; con ciò distruggendo le aspettative del suo vice, che già stava esercitandosi con la fascia tricolore: nel Palazzo di Vado è cosa nota che, in quel periodo, in Giunta volavano gli stracci.

Per fortuna di Sindaco e vicesindaco, a sbloccare la situazione sono intervenuti i nuovi progetti: GNL, cantiere cassoni e soprattutto  rigassificatore: quest’ultimo sì, quale prova di fedeltà a Toti, ha permesso al nostro Sindaco di ottenere un posto appetibile in Regione allontanando lo spettro di tornare a lavorare come dipendente del Comune di Bergeggi; a Gilardi ha riaperto la porta alla poltrona.

Così i conti sono tornati per entrambi.

 

  1. PERCHÉ GILARDI È UN DISCEPOLO AMMAESTRATO DA GIULIANO.

L’ex vicesindaco il giorno seguente la notizia del progetto ha dichiarato: “Non è un no a priori, non è un sì condizionato, valuteremo il progetto“. E, dando un colpo al cerchio ed uno alla botte, ha sottolineato sia il fatto che si tratta di una questione nazionale, sia la necessità di valutare sicurezza, ambiente e ricadute economiche e occupazionali. (TG3 Liguria 19/7/2023)

Insomma si è tenuto sulle generali secondo il solito ”schema Giuliano”, che avrebbe poi visto il solito accordo per l’accettazione del progetto come grande opportunità  per lo sviluppo del territorio (salvo il successivo non rispetto dell’ accordo e il tentativo di recuperarlo attraverso l’accettazione di una nuova  servitù).

Questa volta però, a rompere lo schema e le uova nel paniere, è arrivata la protesta popolare. Così Gilardi si è eclissato  a meditare sul da farsi.

È ricomparso dopo due mesi, il 27 settembre, con la giustificazione che “era lontano dalla Liguria“, benché  in realtà avesse finito le ferie ad agosto.

La sua posizione, nel frattempo, era diventata netta: “Così a scatola chiusa la nostra posizione non può che essere contraria“. Ma quale scatola chiusa! A quella data il progetto era stranoto e addirittura era già scaduto il termine per la presentazione delle osservazioni.

Quindi il suo riposizionarsi è un patetico quanto maldestro tentativo

di riconquistare uno spazio politico.

Altrettanto censurabile, per chi conosce il suo operato (o meglio il suo non operato) l’affermazione: “Vogliamo garanzie che il nuovo Piano Regolatore Portuale abbia l’indirizzo primario della sostenibilità e del miglioramento ambientale garantendo non solo le attività ma anche i cittadini“.

Negli ultimi nove anni Giuliano, Gilardi & C. hanno  garantito solo se stessi e mai i cittadini: nello specifico, informiamo che sul nuovo Piano Regolatore Portuale non hanno mosso un dito a difesa degli accordi e della comunità: anche le osservazioni presentate da Vivere Vado sono state ignorate.

 

Se il PD intende rifarsi una verginità a Vado

non può pretendere di farlo con la candidatura di Fabio Gilardi,

che è tutto tranne che vergine e innocente:

come continuatore delle politiche di Giuliano sarebbe un pessimo Sindaco.

Ciò vale anche per tutti quelli che si sono compromessi con l’ancien régime,

e che stanno cercando di rifarsi una verginità.

Su di loro per ora stendiamo un velo pietoso.

 

UNA RICOSTRUZIONE ALTERNATIVA

Qualcuno sui social ha pubblicato una “ricostruzione verosimile” di quanto sarebbe accaduto, spiegando che Giuliano  avrebbe presentato alla Giunta il pacchetto rigassificatore già confezionato, e chiesto ai colleghi una semplice presa d’atto.

L’ipotesi non è credibile perché per nove anni la maggioranza ha mostrato coesione senza alcun sussurro di dissenso, sempre allineata sul silenzio-assenso. Siamo convinti che anche questa volta l’intenzione era di fare tutto “aumma aumma”, e tutti felici e contenti: una perché diventata Commissario ai rifiuti, l’altro perché sicuro di poter diventare Sindaco.

E tutti sicuri che anche questa volta i vadesi avrebbero taciuto

e alle prossime elezioni si sarebbero affidati ancora agli stessi nomi.

 

Vado Ligure, 12 ottobre 2023

 

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