IL LUPO PERDE IL PELO…

Ovvero: La coerenza di Monica Giuliano

E così… cala il sipario (pare) sulla nostra ex sindaca.
Nella sua ultima intervista Giuliano ha confermato le sue grandi doti di mestierante della politica; un ruolo che a parole rigetta ma che ha felicemente ricoperto fin dalla giovinezza; le sue dichiarazioni risplendono oggi della identica spudoratezza di ieri.
Brilla, su tutte: “Vado è una città rinata, bella, dove i conflitti ambientali sono stati superati”.
Esoneriamo il lettore dall’elenco delle prove – tutte documentate – di questa falsità.
Basterebbe guardare alle conseguenze nefaste dell’interramento della piattaforma, dell’ampliamento delle discariche, dello scandaloso progetto di via Sabazia; senza scordare l’incombente minaccia del rigassificatore, progetto di cui Giuliano è responsabile.
Siamo certi che, se fosse ancora alla guida della città, coerentemente con la sua storia lo spaccerebbe per miglioramento ambientale; stiamo aspettando pazientemente che faccia lo stesso anche il fido successore Gilardi.
Che cosa ci lascia Monica Giuliano? L’esempio di una leader che si è atteggiata a manager aziendale sentendosi autorizzata a decidere per la collettività: un esempio di degenerazione della politica: quella che sbandiera verità comode anche se infondate, quella che nega l’evidenza della realtà.
Infatti Giuliano ha il coraggio di ergersi a vittima: “Ho dato tanto subendo troppi insulti”.
È un ritornello che canta dal 2009, quando scaricò su altri, e solo su altri, la responsabilità della sua sconfitta elettorale.
Oggi scorda i tappeti rossi che giornalisti pennivendoli le hanno srotolato davanti, scorda il silenzio omertoso del PD che le ha permesso di conservare la poltrona quando avrebbe avuto tutte le carte in regola per cacciarla a pedate.
Le nobili motivazioni del suo abbandono sono ridicole; altro che non riconoscersi più nel sistema attuale! È il sistema nel quale ha nuotato fino ad oggi.
Siamo convinti che la sua non sia stata una scelta, ma una strada obbligata da sopravvenute contingenze: l’incapacità di far decollare l’Agenzia per i Rifiuti, l’indagine su Toti e sulle discariche vadesi. Una partita, quest’ultima, che pare non ancora chiusa e che forse le turba ancora i sonni.
Meglio allora cogliere al volo l’ultima opportunità del Comune di Bergeggi per non rischiare di trovarsi disoccupata per davvero.

P.S. Se il nostro titolo ci azzecca ne vedremo ancora, di belle e di brutte.

RIGASSIFICATORE, SENTENZA TIRRENO POWER E LEGAMI DI COMUNITÀ

RIGASSIFICATORE, SENTENZA TIRRENO POWER E LEGAMI DI COMUNITÀ

Da pochi giorni sono state rese pubbliche le motivazioni della sentenza che ha assolto Tirreno Power dall’accusa di disastro colposo.

Da una prima lettura del documento esponiamo alcune considerazioni di cui le comunità locali, e gli amministratori in primis, dovrebbero tener conto a partire da oggi per recuperare il troppo tempo perduto e utilizzare una storia di compromessi e tentennamenti a favore di una netta assunzione di responsabilità nei confronti della salute umana e dell’ambiente.

Considerazioni:

  1. Il documento afferma che la centrale inquina: “È evidente ( e quasi banale ribadirlo) che il mantenimento in esercizio di una centrale termoelettrica produttiva di consistenti emissioni inquinanti all’interno di un contesto urbano contribuisca a determinare, unitamente alle altre sorgenti presenti sul territorio e in relazione alle conseguenti immissioni e dunque ai quantitativi di sostanze in concreto ricaduti e assorbiti dall’organismo umano, effetti pregiudizievoli sulla salute della popolazione ivi residente”.

Il documento aggiunge che si tratta di precedenti scelte di pianificazione effettuate “sulla base di un bilanciamento tra interessi della produzione nazionale ed esigenze di tutela della salute e dell’ambiente che non appare più attuale ma che rimane ovviamente estraneo…” alle responsabilità di Tirreno Power.

  1. Il documento non nega la “correlazione… tra l’esposizione dell’organismo umano ai prodotti della combustione del carbone e l’innesco (o l’acutizzazione) delle patologie cardiocircolatorie e respiratorie in esame“.
  2. Il documento riscontra l’impossibilità di scorporare l’apporto delle diverse fonti inquinanti e quindi l’impossibilità di imputare le rispettive responsabilità dei danni contestati: più volte rimarca, ad esempio, il ruolo del traffico portuale.

In sintesi: viene esclusa la responsabilità dell’azienda riguardo all’accusa, non la sua corresponsabilità nella situazione ambientale: TIRRENO POWER HA INQUINATO INSIEME AD ALTRI.

Si dirà: nulla di nuovo.

Non del tutto: la lezione di tirreno power può rappresentare l’occasione giusta e non più procrastinabile per un cambio di strada e di passo. Certamente la prima responsabilità in tal senso spetta alle amministrazioni locali, ma crediamo che l’attivismo dei cittadini possa assumere una parte di tale responsabilità.

In tale senso il vasto movimento di Comuni e di cittadini nato e cresciuto in questi ultimi mesi contro il rigassificatore deve avere la forza di non chiudersi su questo specifico problema ma utilizzarlo come spinta a conoscere e a farsi carico anche delle altre criticità del territorio. Tutti sappiamo che questo progetto dannoso è solo l’ultimo dei tanti subiti nel comprensorio savonese e – in particolare – a Vado.

Tra i tanti, il caso più noto è quello della piattaforma portuale, imposta con l’etichetta di pubblica utilità: etichetta che oggi sta rivelando la sua scarsa veridicità di fronte alla sovracapacità del sistema portuale ligure ed allo scarso ritorno in termini occupazionali diretti e nell’indotto; storia passata si dirà … ma la questione dello sfruttamento della miniera di titanio nel parco del Beigua sta già venendo in evidenza con le medesime modalità e anche ai futuri attacchi dobbiamo essere capaci di pensare con un approccio globale.

In passato si è imposto a Vado di ignorare l’inquinamento dei propri fondali per consentire il tombamento di una parte rilevante della rada ad uso container; oggi, che “grazie” al rigassificatore abbiamo conosciuto meglio la ricchezza e la fragilità del “nostro” ecosistema marino e, più in generale, la correlazione dei fattori ambientali, è evidente la necessità di costruire un più forte legame tra le comunità per il raggiungimento di obiettivi minimi comuni.

Ne è esempio positivo l’alleanza tra i Comuni del Golfo, mirato alla promozione del turismo ambientale, che ha potuto decollare anche perché altre specifiche aree della provincia – Vado e Valbormida – si sono accollate tutte le servitù.

Siccome è ormai chiaro che non ci si salva da soli, è tempo che anche i diritti delle zone ritenute “meno pregiate” quanto ad attrattive turistico/ambientali, siano riconosciuti e rispettati, non per un generico senso di giustizia ma proprio per evitare di rimetterci tutti.

Per questi motivi ci appelliamo al movimento nato contro il progetto SNAM/TOTI affinché non molli e, anzi, ragioni con più ampio respiro e si impegni sui tempi medi e lunghi.

 

07.01.2024