Consiglio Comunale – 19 marzo 2021

 

 

 

 

Consiglio Comunale – 19 marzo 2021
Per ogni Consiglio Comunale motiviamo il nostro eventuale voto contrario a specifiche delibere.

 

Punto 1:

Trovate il testo della nostra Interpellanza al link qui sotto:

interpellanza MeF stato attuazione impegni accordo programma piattaforma 04mar21

La risposta scritta del Sindaco:

Risposta interpellanza 04mar21 MeF su attuazione impegni accDIprogr piattaforma

Di seguito la sintesi della Nostra replica fatta in Consiglio:

A fronte di pochissimi impegni rispettati da Autorità di Sistema (rotonda presso Eurocraft e contributo annuale al Comune) la risposta all’interpellanza conferma gli enormi ritardi nell’attuazione di quanto previsto nell’allegato 8:

  • Trasferimento abitanti Gheia. Completamento previsto entro il 2018.

Attualmente in fase di completamento.

  • Comparto D (darsena, area urbana, cantieristica). La risposta non è chiara.

Abbiamo chiesto un incontro specifico per fare il punto su questa zona importante del nostro litorale.

  • Trasferimento tubazioni torrente Segno. La fine lavori della I° fase era prevista per il 2020 e nel 2021 l’inizio della II° fase.

In corso di autorizzazione il progetto della I° fase.

  • Parco ferroviario. La fine lavori era prevista per il 2020.

In via di conclusione il progetto definitivo.

  • Nuova via Trieste. Il Consiglio Comunale nel 2019 ha già dovuto accettare una viabilità provvisoria, per consentire l’avvio dell’operatività della piattaforma.

In via di conclusione l’iter autorizzativo; gara prevista per il prossimo dicembre.

  • Sistemazione tratto terminale del torrente Segno. L’inizio lavori era previsto per il 2019 e la fine nel 2023.

Completato il progetto definitivo.

  • Messa in sicurezza del rio Sant’Elena. L’inizio lavori era previsto per il 2019 e la fine nel 2020.

È in corso di affidamento l’incarico di progettazione.

  • Sistemazione spiaggia Gheia. L’inizio lavori era previsto per il 2018 e la fine nel 2019.

Manca ancora il progetto definitivo.

  • II° lotto passeggiata di Porto Vado. L’inizio lavori era previsto per il 2020.

È in corso di approvazione il progetto definitivo.

  • La fine lavori era prevista per il 2022.

Approvato il progetto definitivo.

  • Intervento sulla strada di scorrimento. La fine lavori era prevista per il 2019 “e comunque entro la piena entrata in funzione dell’opera a mare prevista per dicembre 2019”.

L’avvio lavori è prossimo.

Abbiamo altresì segnalato che due interventi dati per completati non lo sono affatto:

  • Manca tamponamento esterno del sovrappasso, che era previsto con “elevata qualità architettonica”.
  • Manca il “sistema di condotte e impianti relativi al ricambio acque” alla radice della piattaforma, sistema considerato deficitario già al momento della prima variante.

Per i motivi suesposti, ci siamo dichiarati non soddisfatti della risposta, che ha dimostrato come il cronoprogramma sottoscritto dall’Amministrazione Comunale nel 2018 e presentato trionfalmente come esigibile e cogente, non lo fosse affatto: gli obiettivi non raggiunti ratificano un’Amministrazione perdente nei confronti di Autorità di Sistema.

 

Punto 2:

Abbiamo espresso voto contrario, in coerenza con il voto contrario al Piano Economico Finanziario della TARI per lo stesso motivo: l’aumento non è giustificato e perciò inaccettabile (vedi resoconto Consiglio Comunale dell’11 febbraio scorso).

 

Punto 3:

Abbiamo espresso voto contrario per i seguenti motivi.

Il DPSS è un documento che, entrando a far parte del prossimo Piano Regolatore Portuale, è fondamentale per il futuro di Vado, non solo del suo porto. L’Amministrazione aveva presentato una serie di osservazioni, non recepite dall’Autorità di Sistema:

  • Richiesta di inserire la messa in sicurezza del torrente Segno.
  • Richiesta di sottoscrivere “almeno un accordo … per mitigare l’impatto acustico sia del traffico pesante (Porto Vado) che del traffico ferroviario (Porto Vado e via Sabazia passaggio a livello) … attraverso l’installazione di tutti i presidi di tutela per i cittadini”.
  • Richiesta di citare “i numeri contenuti nell’accordo sindacale” sull’occupazione.
  • Richiesta di “inserire qualche riferimento alla nuova darsena e al ripascimento previsti dall’Accordo”. La darsena non è prevista nè nel testo né nelle planimetrie del Documento; esiste solo la previsione di “completare gli interventi con funzione di cerniera tra l’area urbana e quella portuale”, così generica da essere incomprensibile e quindi inesigibile.
  • Richiesta di “grande rotatoria di smistamento” e “sbancamento della collina sud” nell’area dei varchi doganali.

A queste legittime richieste, il nostro Gruppo avrebbe aggiunto due motivi di preoccupazione:

  • la presenza, nel Documento, sia di un impianto per GNL sia di “prodotti energetici” potrebbe consentire nuovi insediamenti a rischio nel nostro bacino
  • il dubbio che non sia completata la demolizione totale del residuo pontile petroli e il conseguente trasferimento di tale sbarco sulla piattaforma.

Infine abbiamo denunciato con particolare forza la classificazione di “area portuale” della passeggiata di Porto Vado (osservazione anche questa non recepita). Abbiamo ricordato che il litorale di Porto Vado è stato destinato ad uso urbano da numerosi atti, che dovrebbero essere ben noti al nostro Sindaco:

  • Intesa sul Piano Regolatore Portuale
  • Piano Regolatore Portuale
  • Accordo di programma 2008
  • Relazione generale SIA, variante 2015
  • Piano Regolatore Generale del Comune di Vado Ligure
  • Schemi di Assetto Urbanistico del Comune di Vado Ligure

Abbiamo chiesto al Sindaco di attivarsi al più presto affinché questi atti vengano rispettati.

A tal fine abbiamo citato una dichiarazione del Sindaco Peluffo «Gli abitanti di Porto Vado avranno la possibilità fi scegliere. Nessuno sarà obbligato a lasciare la propria casa ma daremo a tutti la possibilità di abitare in un luogo più tranquillo». (La Stampa, 21/12/2000)

Porto Vado oggi non è un luogo tranquillo, perché è diventato un’enclave stretta tra il porto e il parco ferroviario: esige almeno il rispetto degli esigui impegni residui a propria tutela.

 

In conseguenza di queste gravi manchevolezze del DPSS, abbiamo ritenuto sbagliato l’assenso dell’Amministrazione che, semmai avrebbe dovuto condizionarlo all’accoglimento delle richieste.

Invece si è accontentata di ribadire:

  • che siano confermati gli interventi previsti dall’Accordo 2018; in pratica quegli interventi e quel cronoprogramma, fino ad oggi non rispettati, vengono spostati  a data destinarsi.
  • che “siano salvaguardate la sostenibilità ambientale e la convivenza urbana» nelle zone retroportuali. Parole di facciata: avrebbe dovuto essere imposta dal Comune una precisa perimetrazione di tali zone per evitare l’incombente colonizzazione del porto. Domani sarà tardi.
  • che la “nuova viabilità in sponda destra … costituisca parte integrante del DPSS anche al fine di poter individuare le necessarie fonti di finanziamento”. Abbiamo sottolineato come la richiesta della strada debba essere imposta per difendere via Piave dal traffico pesante, visto che Autorità di Sistema conferma la necessità “di un collegamento diretto tra ambito portuale e retroporto”.

 

Su un piano più generale abbiamo rilevato che, pur trattandosi di un Documento di sistema, non vi sono indicate le funzioni specifiche dei diversi scali, con conseguenze negative, come dichiarato nel Piano Operativo Triennale 2019-2021 dell’Autorità di Sistema: «Calata Bettolo e piattaforma di Vado… potranno contribuire all’aumento dei traffici nei porti del Mar Ligure Occidentale attirando volumi da altri scali, seppure si prevedano forme di concorrenza interne al sistema e di spostamento di servizi da terminal già operativi a quelli nuovi».

 

In conclusione la delibera conferma la sudditanza dell’Amministrazione vadese all’Autorità di Sistema e dimostra che, giorno per giorno, si va verso una Vado eterodiretta, con una fisionomia sempre meno di città, sempre più di retroporto e angiporto.

Se i cittadini fossero stati informati delle richieste del Comune avrebbero potuto appoggiarle: invece tutto avviene nel chiuso delle stanze e l’Amministrazione soccombe: o per sua autonoma debolezza o per la forza soverchiante della controparte. Una storia lunga ormai vent’anni.

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